giovedì 29 luglio 2010

i-pd

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
D’accordo, nel Pdl fanno le cose in grande, quando c’è una crisi matrimoniale ci sono le scene madri sulle piazze mediatiche e gli sguardi furenti di Silvio e Gianfranco. Ma almeno quello è un grande film di amori e tradimenti. Nel Partito democratico invece siamo alle soap opera incomprensibili, raffazzonate e con produzione a basso costo. In prima serata non finirebbero mai.

Così, la guerra fra bande neanche tanto giovanili per l’elezione del nuovo segretario del Pd del Lazio è perfino difficile fare una sintesi. Alla fine perdi il filo nello spiegare chi sta con chi, chi è contro chi, dove sono i confini dell’Area democratica e quelli dei Popolari, chi sono i mariniani di Marino, chi sono i fioroniani, cosa programmano i zingarettiani, cosa vogliono davvero i gasbarriani, cosa orchestrano i vertici bersaniani, cosa stanno tramando i dalemiani, perché Vendola può influenzare perfino gli equilibri laizali.

Pensare che il segretario che si è dimesso, dopo neppure un anno senza molta gloria, era il frutto delle tante celebrate primarie, quelle dei gazebo, delle code, della partecipazione, sia pure con il correttivo di un accordo fra correnti. Oggi, 29 luglio, invece di pensare alle ferie, l’assemblea del Pd prova a scegliere il nuovo segretario del Lazio. Senza sapere bene quale sia la formula giusta (maggioranza relativa? assoluta? primarie in autunno?), mentre i vari big sparano dichiarazioni alle agenzie (veniamo, non veniamo, veniamo ma non votiamo). Qualche giorno fa alla Festa dell’Unità di Roma c’erano migliaia di militanti che si sorbivano impassibili dibattiti su dibattiti. C’è ancora voglia di vera politica. Nella base.

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