giovedì 11 novembre 2010

il bunga bunga del mulinobianco

copia e incolla da ilmessaggero.it


di Mauro Evangelisti
Nei giorni del bunga bunga fa sorridere questo gran parlare di «valori della famiglia»; nell’era delle feste con ragazze e ragazzine sarebbe troppo facile ironizzare su questi richiami alla famiglia - embè - che, per carità, come precisava ieri un importante esponente del Pdl laziale, deve essere «l’unione stabile fra un uomo ed una donna fondata sul matrimonio»; questo annunciare aiuti alle famiglie più bisognose, purché siano composte da coniugi che abbiano figli, stride con i racconti sui fiumi di migliaia di euro che con tanta facilità bagnano queste feste e le ragazze festeggianti. Va bene, è demagogia, fermiamoci qui.

Ma ciò che colpisce in questa insistenza sul modello unico di famiglia da aiutare - quella mulinobianco come se la vita non fosse un filo più complicata - è constatare che non si parla mai delle ragazze madri.

Giustissimo aiutare la famiglia in difficoltà fatta da marito, moglie e tanti figli. Ma non c’è solo questo. E la ragazza che ha avuto la forza di non abortire e stringe i denti per tirare su il figlio nel migliore modo possibile? No, a noi interessa solo il mulinobianco che rispetti - embè - i valori d’ordinanza.

Allo stesso modo ci si dimentica magari della famiglia fatta da una vedova che con una pensione eroicamente si batte per consentire al figlio di terminare l’università, o dall’operaio che abita con i genitori anziani e si sbatte per aiutarli a condurre una vita dignitosa.

Basterebbe tutto questo, anche volendosi dimenticare i diritti delle unioni di fatto, per urlare che siamo un po’ stufi della politica dei bunga bunga, dei miliardari lontani dalla vita reale e degli irreali mulinibianchi. La vita non è un film, è più complicata.

giovedì 4 novembre 2010

tu mi ruby l'anima

copia e incolla da ilmessaggero.it

Mauro Evangelisti
Cosa vuoi fare da grande? Voglio andare alle feste del bunga bunga e guadagnare molti soldi. Ci sono giovani che ogni giorno studiano, lavorano, progettano, faticano, fanno i camerieri per pagarsi gli studi, preparano il loro futuro, coltivano un talento, provano a scrivere un romanzo, a diventare cantanti, attori, giornalisti, imparano a riparare un'auto o a fare bene le parrucchiere. Meriterebbero più attenzione di quanto ne sta ottenendo Ruby. L'altro giorno, in un'intervista, il padre (quello vero, non Mubarak) ha spiegato che fa il venditore ambulante, guadagna venti euro al giorno quando non piove. Ruby in un'intervista - sempre che sia sincera - ha detto di avere incassato 7.000 euro dopo una festa. Ora è famosa, si parla di lei anche all'estero; ci sono altri giovani divenuti famosi in tutto il mondo ma con l'arte, lo studio, l'impegno e il talento. Nel rispetto di una ragazza appena maggiorenne, con la speranza che si faccia il meno male possibile in questa storia; e con in mente una delle frasi memorabili di questa brutta commedia; provocatoriamente viene da dire: meglio Tiziano Ferro di Ruby.

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