giovedì 17 marzo 2011

hereafter. tsunami. giappone

copia e incolla dal messaggero.it

di Mauro Evangelisti
Tsunami. Il bellissimo film di Clint Eastwood "Hereafter", prodotto prima dell'immane tragedia che ha travolto il Giappone, racconta una storia che riflette su un tema eterno eppure così spesso volutamente e umanamente dimenticato, rimosso da ognuno di noi: il rapporto fra l'uomo e la morte, fra il prima e il dopo, se ci sarà un dopo. E quel film inizia mostrando l'effetto improvviso, inarrestabile, impensabile di uno tsunami, quello del sud-est asiatico del 2004.

Le immagini di Eastwood, della ricostruzione della finzione sono molto simili a quelle della realtà che decine di videocamere e telefonini hanno ripreso in Giappone e che ogni giorno rivediamo. Le immagini della realtà nella loro macabra e triste spettacolarità andrebbero sempre incrociate con i numeri, con la contabilità delle persone - cinquemila, diecimila - che lo tsunami ha travolto e ucciso. Cinquemila, diecimila vite, cinquemila, diecimila quotidianità, sogni, speranze, frustrazioni, felicità per un amore o un figlio appena nato, meschine delusioni per una promozione non ottenuta, un'automobile più brutta di quella del vicino.

Tutto spazzato via dalla forza dello tsunami, ancora più devastante di quella del terremoto, che mostra quanto siano fragili la vita, le vite, le felicità e gli affanni con cui ogni giorno ci confrontiamo pensandoli eterni, importanti, decisivi. Ci resta l'immagine, fra le tante, di una ragazzina che piange seduta su una collina di detriti, nel cuore della distruzione dello tsunami, con il viso coperto dalle mani per celare le lacrime.

venerdì 11 marzo 2011

Chiedimi l'amicizia (fra tre mesi)

Chiedimi l'amicizia, comincia il conto alla rovescia...

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