giovedì 26 novembre 2009

la morte non è uguale per tutti

copia e incolla da ilmessaggero.it

MAURO EVANGELISTI
Brenda, Brendona, i filmati con il videofonino, i file nel computer, le bottiglie di whisky, i ricatti, i misteri. Brenda, Brendona, le battute, i doppi sensi, le topaie dove vivono i trans, Marrazzo in abbazia, la rabbia dei cittadini del quartiere che non ne possono più della casbah. Brenda, Brendona, la cocaina, le telecamere, decine di microfoni per China quasi fosse un capo di Stato, Natalì ospite di Porta a Porta quasi fosse Tremonti, i titoli sull’affare che s’ingrossa. Brenda, Brendona, la lista dei politici che vanno a trans, migliaia di euro che viaggiano come noccioline, ma allora che ci abitano a fare in quelle topaie, ma che ci trovano in quei camionisti vestiti da donna, il centro sinistra sotto un trans, qui è il solito trans trans, e via con le battute. Brenda, Brendona, un nuovo mistero italiano, ci saranno libri e i programmi di Lucarelli un giorno. Ma una cosa ci ha insegnato davvero Brenda: dimenticate la livella, non è vero che davanti alla morte alla fine siamo tutti uguali. Cè un essere umano, giovane, che è morto, una vita che non cè più, ma non riusciamo a provare pietà, dolore, a commuoverci, scagliamo la prima e la seconda pietra, perché in fondo Maddalena era una prostituta, mica un viados arrivato dal Brasile, molti si scandalizzano e a volte sono gli stessi che poi vanno con il macchinone a via dei Due Ponti. E’ come se questi trans, nuove maschere di questa storia, fossero solo essere umani a metà, una categoria differente per i quali non ci può essere neppure un secondo di silenzio. Brenda, Brendona, non riusciamo a immaginarci, non lo vogliamo neppure, che un tempo era un bambino, aveva una madre che lo teneva in braccio, che magari in una favela di Rio aveva dei sogni, dei sentimenti, dolori, gioie, come tutti gli esseri umani. No, resta un’altra maschera di questa storia che cade, Brenda, Brendona, i misteri, le perizie, il giallo, i doppi sensi. Un mezzo essere umano è morto.

venerdì 20 novembre 2009

sky wars

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Ci sono quelli di Canale 5 che se provi a vedere Beautiful sul satellite ti mettono un cartello e ti spiegano che devi rivolgerti al digitale terrestre; ci sono quelli di Sky che quando la Rai ti fa un dispetto e non manda la Formula Uno sul satellite loro per ripicca fanno vedere a tutti, anche a chi non paga, la stessa Formula Uno sui canali sportivi; ci sono quelli della Rai che hanno spostato tutti i canali che un tempo viaggiavano sul satellite, tipo Raisat Extra, sul digitale terrestre, ma quelli di Sky hanno risposto tenendo in ostaggio sul satellite il gioiello più prezioso e cult, il Letterman Show; sempre quelli di Sky, dispettosi, si sono inventati una chiavetta grazie alla quale con il decoder del satellite puoi vedere anche i canali del digitale terrestre senza il decoder del digitale terrestre, così non hai la tentazione di comprarti qualche pacchetto di Mediaset sul digitale terrestre; e infatti Mediaset ha fatto ricorso contro la diabolica chiavetta; ci sono quelli di Sky che se chiami il servizio clienti perché magari vorresti spendere un po’ meno, ora sono diventati un po’ meno supponenti, ti consentono di liberarti dei canali ”bambini” o ”musica” e ti ripetono che comunque la qualità del satellite Sky...beh, è un’altra cosa rispetto al digitale terrestre; intanto, però, dal primo dicembre anche Sky si appresta a lanciare un canale sul digitale terrestre, che si chiamerà Cielo (vale a dire traduzione in italiano di Sky, ma guarda); intanto sul digitale terrestre si sono decuplicati i canali locali, dai nomi a volte molto fantasiosi, tanto che sembra di essere tornati ai tempi pionieristici delle prime tv libere (ah, il vecchio etere); infine, c’è il telespettatore che è un po’ ubriaco, fra decine di offerte di decoder, decine di offerte di pacchetti, ci si mettono pure le compagnie telefoniche che ti vorrebbero portare la tv sul cavo dell’Adsl; una moltiplicazione di decoder e telecomandi che in confronto la Nasa sembra la stanza dei bambini; i più anziani che si arrabbiano e urlano: «Ma cosa cavolo devo fare per vedere Gerry Scotty?». Signori, la nuova guerra della tv è in corso, ne vedremo - forse - delle belle.

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