domenica 8 maggio 2011

bin laden, gasparri, gheddafi, berlusconi, il milan

copia e incolla da ilmessaggero.it

Mauro Evangelisti
Nei giorni successivi alla vittoria di Obama nella corsa per la Casa Bianca, Maurizio Gasparri (presidente dei Senatori del Pdl): «Su Obama gravano molti interrogativi, con Obama alla Casa Bianca forse Al Qaida è più contenta». L'altro giorno Bin Laden è stato ucciso.

Nei giorni della rivolta in Libia, Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio: «Sono preoccupato, ma non mi permetto di disturbare Gheddafi». Ora l'Italia bombarda Gheddafi.

28 aprile 2011, comunicato della presidenza del Consiglio: «In merito a quanto riportano erroneamente alcune agenzie di stampa, il Presidente Silvio Berlusconi si è ben guardato dall'esprimere un pronostico sullo scudetto al Milan anche per evidenti ragioni scaramantiche». Ecco, sulle cose serie meglio essere prudenti.

il male e i giovani

copia e incolla da ilmessaggero.it

Mauro Evangelisti
Matteo ha 19 anni e ha quasi ucciso un carabiniere, che ora è in coma, solo perché lo aveva trovato positivo all'alcoltest. Domenica mattina Matteo e tre diciassettenni, due ragazzi e una ragazza, dopo aver trascorso il sabato notte in giro per Firenze, stavano andando a un rave in provincia di Grosseto. Fino a non molti anni fa guardavano ancora i cartoni animati e non potevano guidare un motorino, domenica Matteo e i suoi amici si sono scoperti violenti e crudeli, hanno afferrato un palo e colpito alle spalle due carabinieri che avevano fermato la loro auto per dei controlli. Uno rischia di perdere un occhio, l'altro, quello in coma, ha un figlio di tredici anni.

Matteo è rappresentante d'istituto nella scuola superiore che frequenta a Empoli, i suoi compagni raccontano: «Ha fatto una cosa inaccettabile, ma noi lo conosciamo come un leader, come una persona responsabile, non come un bullo».

Il gip che lo ha lasciato in carcere ha scritto che Matteo ha agito con «ferocia inaudita, spietatezza e lucidità». I genitori dei due diciassettenni che hanno aiutato Matteo a massacrare i due carabinieri sono sorpresi, disperati, non riescono a credere a ciò che hanno fatto i loro figli. Un vigile urbano intervenuto dopo l'arresto ha spiegato: «Non dimenticherò mai gli occhi impassibili dei tre ragazzi, mentre la giovanissima gridava che lei non c'entrava niente».

Il padre di Matteo, un operaio, ha detto: «Il mio primo pensiero va ai carabinieri feriti e alle loro famiglie. E' una storia inaudita, queste cose le ho sempre viste nei film. Siamo gente per bene, noi. Siamo sconvolti, ma se hanno sbagliato Matteo e gli altri devono pagare. Spero che non esca fuori che fosse anche drogato, non ci voglio credere». La madre di Matteo: «Sabato sera eravamo a cena e lui ha rifiutato anche la birra che gli offriva mio fratello: "Lascia perdere, zio, devo guidare" gli ha risposto».

Dopo i primi rilievi c'è il sospetto che nell'auto, la Clio della nonna di Matteo che aveva preso la patente da quattro giorni, ci fossero tracce di ketamina. È una storia non inedita ma - come sempre avviene quando t'imbatti nel male che non comprendi - che ferisce e inquieta. Sono tre ragazzi, non sono un'intera generazione.

Archivio blog

search