giovedì 21 luglio 2011

manifesta illegalità

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Dei veri geni. Chi non è di Roma magari neppure ci crede: il Pdl della Capitale per denunciare l’inefficienza di Zingaretti nel contrasto dei manifesti abusivi sulle strade provinciali ha riempito Roma di manifesti abusivi. Un po’ come fare una campagna contro l’abuso dell’alcol fra i giovani portandoli all’Oktoberfest. Eppure, a Roma, nella città dove tutti i partiti (di ogni schieramento, destra e sinistra, ad esclusione dei Radicali) trovano normale violare la legge attaccando ovunque i manifesti abusivi tutto questo è possibile. C’è un danno d’immagine per la città, per le aziende in regola che vedono ricoperte le loro pubblicità, per l’Ama che deve poi andare a ripulire. Eppure, i partiti non pagano mai le multe, ogni volta - ma che fortuna - spunta una sanatoria. Detta più chiaramente: tu cittadino se stai poco bene il ticket lo paghi, io partito attacco i manifesti dove mi pare e non pago le multe. D’altra parte Roma è anche la città in cui nessuno ha chiesto scusa per le bugie raccontate durante la campagna elettorale di un anno fa sul caso della lista del Pdl non presentata. Da Polverini a Berlusconi fino a tutti i leader locali del Pdl urlarono, per un mese, nei comizi: con la prepotenza i Radicali e i Socialisti ci hanno impedito di presentare la lista alle regionali. Un mese fa, in un’intervista al Messaggero, Alfredo Milioni (quello del panino, per intenderci, colui che non riuscì a presentare la lista) ha ammesso: «Non ho mai detto che è stata colpa dei Radicali e dei Socialisti, non fu per colpa loro se la lista non fu accettata». Bene, avete ancora sentito qualcuno del Pdl dire ai romani e ai laziali: «Scusate, avevamo capito male, ci siamo sbagliati e vi abbiamo detto una cosa non vera, fu un errore nostro»? No. Magari potrebbero scriverlo sui manifesti abusivi.

mani in alto e pagate

copia e incolla da ilmessaggero.it


di Mauro Evangelisti
Avevano detto: non metteremo le mani nelle tasche degli italiani. Giuro, l'avevano detto. Infatti, ci pensano gli italiani a mettersi le mani in tasca per vedere se trovano ancora qualcosa. Dieci euro per pagare i ticket per quel genere di lusso che sono le analisi o una visita medica. A Roma e nel Lazio cercano pure qualche banconota per farsi carico delle aliquote maggiorate di Irpef (e Irap). E presto nella Capitale in un angolo delle tasche si darà la caccia anche a qualche moneta in più perché il biglietto dell'Atac (azienda a conduzione familiare) in un botto aumenterà del 50 per cento. Pensare che ci avevano promesso un mondo bellissimo, in cui non pagavi manco il bollo della macchina, una rivoluzione con lo slogan che appare lontano come un tormentone di Drive In «meno tasse per tutti». Intanto, il sindaco di Roma si diletta nell'ennesimo rimpasto perché doveva aspettare il Tar per accorgersi che c'è solo una donna in giunta (vedi a volte a distrarsi). Per premiare il merito arruola Rosella Sensi. E dopo quello del Gran premio di Formula Uno, tramonta anche il sogno del Grande parco della Romanità promesso dal vicesindaco invitato a togliere il disturbo perché non è donna.

sicurezza, sicurezza...

copia e incolla da ilmessaggero.it


Sulla sicurezza, a Roma, si va a mode passeggere. C'è stato il periodo degli accampamenti abusivi ed ecco tutte le forze concentrate in quella direzione. La movida violenta e si sono moltiplicate ordinanze e volanti schierate nelle piazze delle sbornie. E ancora: stazioni insicure - e sposta uomini a presidiare i binari - strade invase della prostituzione - e manda gli agenti a chiedere i documenti alle ragazze sul marciapiede.

Ora che a Roma si spara per strada si prende atto di un fenomeno che si conosceva ma che veniva lasciato sullo sfondo quasi non fosse importante. Lo ha spiegato l'altro giorno in un vertice in Prefettura il sottosegretario Alfredo Mantovano: «C'è una penetrazione della criminalità organizzata che sta acquisendo negozi, bar e ristoranti». E c'è una ridefinizione degli equilibri e delle zone di controllo della malavita (italiana e sembrava quasi ce ne fossimo dimenticati che i crimini non li commettono solo gli immigrati), per questo si spara per strada. Con un ultimo dettaglio su cui Mantovano è stato chiaro: non aspettatevi l'arrivano i nostri, la moltiplicazione di carabinieri e poliziotti: perché è già un grande risultato non avere tagliato. Più che d'interventi spot sulla moda del giorno, la sicurezza a Roma a questo punto necessita una strategia complessiva.

mercoledì 13 luglio 2011

il nuovo romanzo a caffeina: il 15 luglio

ricordo: venerdì alle 21, alla zaffera, quartiere medievale di viterbo, nell'ambito di caffeina, anteprima del romanzo di mauro evangelisti "chiedimi l'amicizia", partecipa l'autore (che sarei io) e mauro morucci. chi può, venga, almeno ci incontriamo

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