martedì 20 luglio 2010

cesare e cesaroni

coia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Più che Cesare, qui siamo ai Cesaroni. Sì, perché va pure bene avere il gusto della battuta, ma Silvio Berlusconi sta diventando come lo zio vecchietto con il capello tinto, quello che tutti gli anni se ne va in vacanza in Brasile a sfoggiare la bandana malgrado l’età e a spendere la pensione, e poi lo rivedi a Natale quando fa, implacabilmente, sempre le stesse battute grevi. Ormai trasforma tutto ciò che tocca in un vecchio film con Gianfranco D’Angelo, quelli che trovi in qualche canale rilegato in fondo alla numerazione del digitale terrestre.

E così - ma che originale, ma che birbone, ma che belle idee innovative - riecco la battutona su studentesse avvenenti e Rosy Bindi. Wow, ma come gli vengono? Qui non si tratta di avere o non avere senso dell’umorismo, non è più un problema di buon gusto, qui è un problema di noia. A zio Si’ «sta battuta sulla Bindi l’hai già fatta l’anno scorso».

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