venerdì 21 agosto 2009

bolt che flash

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
ROMA (21 agosto) - Senza fiato, illuminati dai 19 secondi e 19 della passeggiata veloce di Bolt, che ti dà sempre quella maledetta sensazione che si stia divertendo da matti. E che se solo volesse, pure nei 200 potrebbe andare anche un po’ più forte, ma qualcuno gli ha sfanalato per avvertirlo dell’autovelox.

Senza fiato, e quasi brucia il cervello se pensi a dove potranno arrivare Bolt e i tanti Bolt che verranno dopo di lui. Record dopo record. 19’ e 19 sui duecento, 9’ 58 sui cento... ma quando si raggiungerà un limite? Esiste un limite? Ma a parte queste riflessioni sulla macchina umana e sul verde felice di Bolt, ieri sera, a chiusura della sesta giornata, memorabile, di Berlino e dei campionati mondiali di atletica leggera, c’era anche altro che faceva sorridere e rimescolava certezze.

Il medagliere: la minuscola e rasta Giamaica davanti a tutti, perfino agli ingombranti vicini di casa, gli Usa, o alle potenze europee, Russia e Germania. E’ un medagliere che cambierà, certo, e in fondo riflette solide tradizioni in alcune specialità. Però è bello vedere che a seguire, nel medagliere, c’è il cuore dell’Africa, il Kenia, davanti alla Gran Bretagna. Che svettano Etiopia e Cuba prima di giganti come Cina e Spagna. Aspettando una medaglia azzurra.

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