giovedì 4 dicembre 2008

rosa shopping

copia e incolla da http://www.ilmessaggero.it/

di Mauro Evangelisti
Un tempo, quando c’era la crisi, ci dicevano di tirare la cinghia. Oggi no. Ci dicono di toglierla, la cinghia. E di buttarla dalla finestra. Di comprarcene un’altra. Anzi due, possibilmente di pitone e griffate, possibilmente costose. C’è la crisi? Consumate e fate poche storie. E’ l’imperativo che si insegue fra gli Stati Uniti e l’Europa, fra gli scaffali di Macy’s a New York e i parcheggi imbottiti di un centro commerciale sulla Tuscolana, a Roma. In apparenza, è l’identikit di un paradosso. Ma come? Negli Stati Uniti si ritrovano con le toppe nel sedere perché c’è stato chi ha comprato case da un milione di dollari ma non guadagnava neppure mille dollari al mese; gli americani sono indebitati fino alle sopracciglie con la carta di credito con la quale pagavano i debiti di un’altra carta di credito con la quale pagano i debiti di un’altra carta di credito. Eppure, sapete che c’è? Continuate a comprare e a spendere, altrimenti l’economia - dicono - si ferma. E’ come una corsa impazzita, sembra il bus con la bomba del film “Speed” destinato ad esplodere se rallenta, ma con grosse possibilità di finire contro un muro perché va troppo forte. Se compri ti indebiti, ma se non compri l’economia va in crisi e perdi pure il lavoro. Nelle nostre famiglie, quando c’erano pochi soldi e si faticava a pagare le rate della Fiat 124, ci dicevano: non fare spese inutili, non buttare via i soldi, risparmia. Si sbagliavano. Comprate, comprate, comprate. E così l’eroe di questo Natale contro la crisi è Jdimypai Damour, 34 anni. Chi è? Era il commesso di uno degli store della Wal-Mart che, venerdì in un sobborgo di New York, è morto. Travolto dalla folla accorsa per il primo giorno dello shopping natalizio.

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