sabato 6 dicembre 2008

rosa shopping/3

Fino a qualche mese si diceva: vedi, i romani, si lamentano per la crisi, risparmiano sugli alimentari e sull’abbigliamento, fanno i salti mortali per pagare le bollette; poi, però, corrono tutti a comprare l’ultimo smartphone, campeggia nei loro salotti il televisore lcd 42 pollici supermoderna, fanno man bassa di navigatori satellitari o iPod. Fino a un anno fa si assisteva a una sorta di follia generalizzata, in cui le grandi catene dell’elettronica proponevano sconti stracciati solo se acquistavi a rate, a tasso zero e pagavi fra sei mesi. Avevi i soldi e volevi pagare subito? Niente sconto. Bene, dimenticatevi tutto, un anno dopo, nei giorni della crisi finanziaria, tutto è cambiato. Primo: l’elettronica ha visto scemare l’effetto traino, si registra su scala nazionale ma anche su scala romana una flessione del 10 per cento. Secondo: le offerte quasi paradossali con sconti solo a quel cliente che un tempo suscitava diffidenza - colui che paga a rate - sono terminate, si vedono sempre meno. Cosa è successo? E’ successo che i romani, alla fine, si sono trovati in difficoltà nel gorgo di rate, piccole o grandi, che si sono accumulate, per la fotocamera digitale piuttosto che per il notebook. Come spiega il direttore di un grande store di elettronica: «Quel tipo di vendita ormai non funzionerebbe più, se il cavallo non ha sete, è inutile mettere altra acqua». Il meccanismo era alimentato soprattutto dalle principale società finanziarie che, legittimamente, per acquisire nuovi clienti, spesso si facevano carico dello sconto che le catene dell’elettronica proponevano. Perché lo facevano, amavano fare beneficenza? No, semplicemente in questo modo acquisivano nuovi clienti nei loro database, potevano analizzare la loro propensione agli acquisti. Soprattutto facevano entrare nel grande gioco dei prestiti e delle rate tante persone che magari si facevano prendere la mano e poi dovevano ricontrattare le diverse rateizzazionei, a condizioni meno favorevoli. Spiegano al Codacons: «Abbiamo sempre contrastato questo tipo di vendite, gli effetti sono stati pericolosi e si vedono soprattutto ora». 
L’elettronica, intanto, non è più la terra promessa dei consumi, l’area privilegiata salvata dalla crisi che interessa tutto intorno i consumi. In una delle catene più importanti a Roma spiegano: Le prime avvisaglie della crisi anche nel nostro settore ci sono state nel secondo semestre del 2007, ma si è riusciti a debellarle abbassando i prezzi, puntando su offerte molto allettanti. In questo modo, però, abbiamo solo anticipato gli acquisti. E oggi tutto il settore frena, soprattutto in una città di Roma dove ci sono state molte aperture di centri commerciali. Così ci sono più soggetti ad avere fette di una torta che è anche diventata più piccola. I consumatori ormai sono molto timorosi, hanno poca fiducia, molti sono indebitati. E anche la febbre del telefonino si è abbassata. Ancora: Non è più come una volta - confermano negli store - sui nuovi smartphone c’è grande interesse, però su una clientela più ristretta. Anche il botto dell’iPhone c’è stato, ma non nelle dimensioni che ci si aspettava. Perché le proposte di vendita sono legate soprattutto agli abbonamenti. E in Italia, dopo che per tanti anni la maggioranza si è abituata alle ricaricabili, non è una formula che piace. Ma quali prodotti si salvano? Gli esperti invitono a distinguere: quando si parla di crisi si può fare riferimento agli incassi, ma anche ai pezzi venduti. In realtà c’è una flessione per entrambe le voci, però vale di più per i fatturati - analizzano - I clienti continuano a consumare, ma acquistando prodotti meno cari. Prendiamo i televisori lcd: certo, continuano ad aumentare le loro vendite, ma anche perché non si acquistano più i televisori con il tubo catodico. Non solo: prima il televisore Lcd lo pagavano 1.000 euro, oggi 499. Cosa potrebbe alimentare le vendite di Natale, c’è un prodotto che potrebbe comunque salvare la stagione? Dagli store osservano: c’è un crollo delle vendite dei navigatori, perché ormai quasi tutti i romani lo hanno già acquistato. E rischiano di fare la fine delle autoradio, divenuto prodotto di nicchia in quanto ormai molte case automobilistiche inseriscono già il navigatore nell’auto appena acquistata. Stanno andando forte i ”netbook”, vale a dire i piccoli computer importanti, molto leggeri - meno di un chilo - che consentono di essere costantemente on line. Ma anche questo è un prodotto di nicchia, che rischia di erodere quote di mercato a notebook più costosi. E allora? Allora - osservano nei megastore - forse ci salveranno i ragazzi e i bambini delle famiglie. Le consolle e i videogiochi continuano ad avere grande potenzialità. E spesso ai figli non si riesce a dire di no». 

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