giovedì 11 dicembre 2008

scooter, a roma è un vietnam. anzi 'na cambogia

copia e incola da ilmessaggero.it

di MAURO EVANGELISTI
Un giorno bisognerebbe farlo davvero. Un giorno tutti gli scooteristi e i motociclisti di Roma dovrebbero lasciare a casa le due ruote. E muoversi in automobile. A proposito: rigorosamente una persona per ogni automobile, come vuole la tradizione masochista della mobilità di Roma. Perché? Prendiamola alla larga (intanto con lo scooter si fa presto). Pochi lo sanno, ma in Vietnam ci sono molti Vespa club, c’è una sorta di venerazione per questo simbolo a due ruote dell’Italia. A Ho Chi Minh City, la vecchia Saigon, puoi vedere l’intera sede stradale invasa da scooter che avanzano come uno sciame d’api ronzante e indomabile. Bene, forse quella è una delle poche città al mondo in cui c’è una densità di scooter più alta di quella di Roma. E lo scooter a Roma spesso è il “nostro Vietnam”, anzi - spostandosi un poco - ’na Cambogia. Per i lettori non romani: nella Capitale moto e scooter sono circa 600 mila. E quei pazzi che sfidano la pioggia avvolti in pastrani impermeabili ed evitano auto zigzaganti come la freccia dell’indice Nasdaq, sono coloro che - ogni giorno - salvano Roma dall’impazzimento finale. Premesso che la categoria più virtuosa è quella di chi usa il mezzo pubblico o la bicicletta, subito dopo vengono gli scooteristi. Ma per loro non c’è neanche un grazie. Anzi. Ogni volta che si discute di mobilità e sicurezza stradale piovono i commenti di automobilisti che dicono di solito: 1. «gli scooteristi guidano come pazzi, se la cercano» (è vero una parte lo fa, ma nella stessa percentuale degli automobilisti); 2. «gli scooteristi non rispettano il codice della strada» (embè, gli automobilisti romani invece sembrano tutti arrivati da Lugano...); 3. «gli scooteristi lasciano le moto nelle strisce blu e soffiano i posti alle auto» (vero, è previsto dal codice della strada). Insomma, prevale la colpevolizzazione di chi si muove con lo scooter. Ma è proprio lo scooterista romano a correre i pericoli maggiori (una recente ricerca ha indicato la Cassia fra le strade più a rischio per i motociclisti). Gli automobilisti ancora credono nella favola “costruiamo più parcheggi”, quando più parcheggi significa semplicemente più traffico, più ingorghi. Credono alla favola che “un giorno il traffico sarà più scorrevole”: no, può solo peggiorare. E, chissà perché, invece di ringraziare maledicono gli scooteristi. Allora bisognerebbe farlo davvero: per un giorno, magari con la pioggia e lo sciopero dei mezzi pubblici, prendiamo tutti l’automobile. E cominciamo a girare per Roma, in centro come in periferia. Tutti alla ricerca di un parcheggio.

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