martedì 27 dicembre 2011

la recensione di chiedimi l'amicizia uscita sulla pagina della cultura de il messaggero. scritta da pietro piovani


copia e incolla da il messaggero

di PIETRO PIOVANI
SI INTITOLA Chiedimi l’amicizia, ma non è un libro su Facebook. Semmai è un libro con Facebook, nel senso che per i personaggi raccontati da Mauro Evangelisti il social network è come il telefono o l’automobile, uno strumento da usare quando serve e quando se ne ha voglia senza starne tanto a parlare. Chiedimi l’amicizia (135 pagine, 14 , CartaCanta editore) mette in scena il nostro presente, concentrandosi in particolare su quell’ampia fascia di popolazione compresa tra i venti e i trentacinque anni di età e che per convenzione ci siamo abituati a chiamare «i giovani».
Già nel romanzo d’esordio, Johnny Nuovo, Evangelisti aveva mostrato una certa abilità nello scompaginare i momenti del racconto. Lì si divertiva a giocare con il prima e il dopo, questa volta preferisce muoversi a zig zag non nel tempo, bensì nella geografia: Roma, Bangkok, la Romagna, Ibiza, Viterbo, New York, Amsterdam, lo Sri Lanka, gli scenari si alternano nei trenta racconti brevi di cui si compone il libro.
Le singole vicende viaggiano in parallelo ma di quando in quando si intersecano fino a creare un romanzo corale pieno di storie e di ambienti. Ma per essere un romanzo corale Chiedimi l’amicizia è incredibilmente conciso. Evangelisti è uno scrittore di poche parole che ama i fatti molto più delle descrizioni e sa riassumere un intero dialogo in una battuta. Così, in appena 130 pagine, incontriamo ragazze che di notte si impasticcano in discoteca e di giorno fanno volontariato in parrocchia, studentesse che si prostituiscono per noia, giovani preti che fanno l’amore, zingari che si innamorano della loro derubata, padri che tengono un diario segreto, figli che li spiano, figlie che progettano il parricidio. Una folla di creature accomunate solo dal sentimento della solitudine. «Siamo tutti scollegati» sostiene Giovanni, il personaggio più cinico. La sua teoria è che gli esseri umani sono condannati a non capirsi, mai. E se un uomo e una donna riescono a vivere felici insieme per 30 o 40 anni è perché «l’interpretazione che ognuno dei due dà di ciò che succede non entra in conflittualità con quella dell’altro»; l’armonia di coppia è solo un equivoco e una botta di fortuna. Ma al destino della solitudine ci si può ribellare, magari con l’aiuto di Facebook. Basta chiedersi l’amicizia, tenersi in contatto, e qualche volta incontrarsi di persona. Insomma basta volerlo.

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