venerdì 10 settembre 2010

un paese provvisorio

copia e incolla da ilmessaggero.it


di Mauro Evangelisti
Ci dissero: vedrete, sarà fenomenale il bipolarismo. O di là o di qua. Addio partitocrazia, frantumazione. Addio partiti dall'1 o 2 virgola poco con ministri e potere. Vedrete, l'Italia conoscerà la stabilità e gli amici stranieri finiranno di prenderci in giro perché da noi i governi sono come gli amori d'estate a Rimini, durano poco. O di là o di qua, evviva.

Oggi, a due anni dalle elezioni in cui quelli di qua avevano battuto con una gigantesca maggioranza quelli di là, scopriamo che non funziona proprio così.

La semplificazione attorno a due partitoni - Pdl e Pd - si è già frantumata, abbiamo dovuto prendere confidenza con sigle nuove. Fli e Api, ad esempio, fondati - ironia del destino - da coloro che più di tre lustri fa, a Roma, furono protagonisti della prova generale dell'"o di là o di qua", Fini e Rutelli. E soprattutto si parla, ci risiamo, di elezioni anticipate. Quando il solito amico straniero telefona per prenderci in giro, premiamo il tasto rosso e rifiutiamo la chiamata.

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