giovedì 16 luglio 2009

volere volare a basso costo

copia e incolla da ilmessaggero.it

MAURO EVANGELISTI
La crisi nell’alto dei cieli lascia a terra quattro milioni di
viaggiatori: nei primi cinque mesi del 2009 sono passati dagli aeroporti
italiani oltre l’8 per cento in meno dei passeggeri rispetto allo stesso
periodo del 2009. Significa, appunto, quattro milioni a casa (dati da
www.assaeroporti.it). Intanto, alcuni grandi tour operator sono in
difficoltà e i pacchetti last minute di questa estate vengono svenduti,
costano sempre meno, tanto che quasi conviene starsene una settimana in un
albergone all inclusive sul Mar Rosso che restare in città, fare la spesa
in un supermercato e mangiare a casa tutti i giorni con l’aria
condizionata a palla che consuma energia elettrica. Crisi dell’alto dei
cieli significa che anche le grandi compagnie aeree, le più illustri,
hanno il fiatone. Ovvio: crisi globale, cosa si taglia nei bilanci
familiari e aziendali? I viaggi. A tutt’oggi non si sa quale sarà il
futuro dei cieli, quale modello sarà vincente, al di là delle sparate
buone solo per il marketing del colosso delle low cost (che non citeremo,
proprio per non cadere nel loro giochetto di spararle sempre più grosse
per avere pubblicità gratis) che fantastica su toilette a pagamento e
posti in piedi sui Boeing. Eppure, per i viaggiatori inaffondabili, per
coloro che rinunciano a tutto ma non a una fuga periodica di una settimana
o di un mese, la crisi dei cieli ha anche un risvolto molto positivo.
Crisi significa aerei più vuoti con la goduria di stendersi magari nei
quattro sedili centrali tutti vuoti del volo intercontinentale. E stare
quasi più comodi di quelli della business. Crisi significa che le
compagnie aeree sono costrette a fare i supersaldi: l’altro giorno una
compagnia italiana si vendeva il Roma-Bangkok andata e ritorno a 200 euro,
quasi meno che prendere su e andare a Pinarella di Cervia (che pure è
bellissima); con altre compagnie di quelle a cinque stelle a settembre te
ne vai a Hong Kong con 300 euro, in Australia con 600. La crisi sta
provocando effetti molto strani: i prezzi delle low cost sono un po’ meno
low, bassi, perché beneficiano del pregiudizio di chi pensa che comunque
con la compagnia a basso costo si risparmia, a prescindere; e le grandi
compagnie, invece, sono costrette a far atterrare i prezzi.

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