copia e incolla da ilmessaggero.it
di Mauro Evangelisti
Dei veri geni. Chi non è di Roma magari neppure ci crede: il Pdl della Capitale per denunciare l’inefficienza di Zingaretti nel contrasto dei manifesti abusivi sulle strade provinciali ha riempito Roma di manifesti abusivi. Un po’ come fare una campagna contro l’abuso dell’alcol fra i giovani portandoli all’Oktoberfest. Eppure, a Roma, nella città dove tutti i partiti (di ogni schieramento, destra e sinistra, ad esclusione dei Radicali) trovano normale violare la legge attaccando ovunque i manifesti abusivi tutto questo è possibile. C’è un danno d’immagine per la città, per le aziende in regola che vedono ricoperte le loro pubblicità, per l’Ama che deve poi andare a ripulire. Eppure, i partiti non pagano mai le multe, ogni volta - ma che fortuna - spunta una sanatoria. Detta più chiaramente: tu cittadino se stai poco bene il ticket lo paghi, io partito attacco i manifesti dove mi pare e non pago le multe. D’altra parte Roma è anche la città in cui nessuno ha chiesto scusa per le bugie raccontate durante la campagna elettorale di un anno fa sul caso della lista del Pdl non presentata. Da Polverini a Berlusconi fino a tutti i leader locali del Pdl urlarono, per un mese, nei comizi: con la prepotenza i Radicali e i Socialisti ci hanno impedito di presentare la lista alle regionali. Un mese fa, in un’intervista al Messaggero, Alfredo Milioni (quello del panino, per intenderci, colui che non riuscì a presentare la lista) ha ammesso: «Non ho mai detto che è stata colpa dei Radicali e dei Socialisti, non fu per colpa loro se la lista non fu accettata». Bene, avete ancora sentito qualcuno del Pdl dire ai romani e ai laziali: «Scusate, avevamo capito male, ci siamo sbagliati e vi abbiamo detto una cosa non vera, fu un errore nostro»? No. Magari potrebbero scriverlo sui manifesti abusivi.