sabato 18 giugno 2011

governo alla frutta

copia e incolla da ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Le pesche in Romagna sono molto buone. Sembra ieri che chi scrive d'estate si svegliava alle 5 e andava in un magazzino della frutta a scaricare cassette. Ogni tanto addentava qualche nettarina ed era una goduria. Altre estati sono trascorse a fare il cameriere (molto imbranato) in una pizzeria o a pulire pullman in una carrozzeria. Ma non è durata per sempre. Bene, con una frase sfortunata, il ministro Renato Brunetta alla 7 ha fatto sapere che il problema dei precari e dei disoccupati è facile da risolvere: «Si alzino alle 5 e vadano a scaricare cassette ai magazzini della frutta». Se il ministro visitasse di più l'Italia vera, e non quella raccontata dai tronisti o dai grandi fratelli, vedrebbe in tante pizzerie ragazzi che lavorano sodo come camerieri per pagarsi gli studi o per vivere. Li troverebbe nei call center e anche a fare lavori più duri. Il punto non è se i ragazzi hanno voglia di lavorare (dei giovani in qualsiasi epoca si è sempre detto che sono degli sfaticati). Il punto è che si resta precari a due euro a 30-40 anni. Anche quando si è studiato sodo e bene. Verrebbe da dire - evviva la demagogia ogni tanto - che l'Italia che ha in mente il ministro è quella da una parte dei Piersilvi che vanno in giro con la Porsche e delle Trote catapultate nei consigli regionali con maxi stipendi, dall'altra dei figli di nessuno che anche a 30-40 anni e una laurea devono andare a scaricare cassette della frutta (e zitti). Due settimane fa "Titoli di coda", dopo le amministrative, osservò che Berlusconi e il resto del Governo non comprendono ciò che sta succedendo. Perdono tempo fra Minzolini e Santoro e non capiscono che le opinioni ormai si formano su Internet (anche se non solo). Ieri il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha ribadito: «Senza Facebook il quorum non sarebbe stato mai raggiunto ai referendum». Il parlamentare del Pdl, Giorgio Stracquadanio, sobriamente se l'è presa con i dipendenti pubblici: «Certo che la sinistra vince su Internet: non fanno un cazzo. E se proprio lavorano alle 2 sono già fuori». Ecco, sempre per amor di demagogia, verrebbe da commentare che, forse, sarebbe meglio concedere meno tempo alle feste bungabunghesche e più a Facebook o Youtube. Ma anche il solo video di Brunetta che manda a quel paese i precari dicendo loro «siete la parte peggiore del Paese» dimostra che le lezioni non sono servite. Continuano a pensare che basti Minzolini, ma non si accorgono che con questi show restano intrappolati giorno dopo giorno nella rete.

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