giovedì 20 novembre 2008

facebook fever

copia e incolla da www.ilmessaggero.it

di Mauro Evangelisti
Chissà se il ministro Brunetta andrà a caccia dei fannulloni anche su Facebook. Comunque, se siete dipendenti pubblici, per prudenza, non accettate la sua amicizia nel caso ve la offrisse. Quei quattro o cinque che ancora non sono finiti nel gorgo di Facebook, sappiano che negli ultimi mesi in Italia, in discreto ritardo rispetto agli Stati Uniti, è scoppiata la febbre di questa trappola del social network. Cosa si fa su Facebook? Si cazzeggia, si pubblicano foto di cui non frega poi tanto a qualcuno (le stesse che un tempo ti avrebbero costretto a vedere come diapositive, una per una, i cugini appena tornati dallo stupendo viaggio in Irlanda); si ritrovano vecchi amici (che se avevamo perso un motivo ci sarà pure); si aggiorna il mondo sul proprio stato (fondamentale sapere che Gigi “sta andando a nanna” e Veronica “non ne può più della pioggia”); si creano gruppi che cambieranno il mondo (”Viterbo per Obama”); ci si attarda in test dalla dubbia utilità; si offre/si riceve la richiesta di amicizia (e quindi di un dialogo diretto) a/da persone che faremmo di tutto per non incontrare in ascensore. Banalmente, Facebook è una droga. La dipendenza è quasi istantanea. Alla Poste, ad esempio, hanno deciso di proibire Facebook ai dipendenti; limitazioni negli uffici pubblici; in alcuni comuni sparsi per l’Italia si consente il collegamento solo nelle ore di pausa; stesse contromisure in molte aziende private. Non è per forza un male, perché Facebook ci sta cambiando, sta cambiando abitudini, rapporti sociali, sta plasmando nuove regole di vita. Divora in un solo boccone il nocciolo duro della nostra privacy. Fino a metterci di fronte a grandi e insolubili dubbi esistenziali: si nota di più se su Facebook non ci sono per niente o se invece ci sono, ma resto in disparte? E soprattutto: devo accettare o meno l’amicizia che mi ha offerto il mio capoufficio, perché se dico no quello si incavola, se dico di sì non me ne libero più...  

Archivio blog

search