giovedì 20 gennaio 2011

Quando si avvicinano i titoli di coda

Copia e incolla da ilmessaggero.it



MAURO EVANGELISTI
Cosa ci tiene legati alla vita? Cosa ci spinge a restare aggrappati agli impegni quotidiani anche quando la fine del nostro percorso rischia di avvicinarsi? Pensiamo a Steve Jobs. A un mese dal suo cinquantaseiseimo compleanno, annuncia che dovrà sospendere la sua attività per ragioni di salute. Non è la prima volta: era già successo quando gli diagnosticarono un tumore al pancreas e, successivamente, quando fu sottoposto al trapianto del fegato. Ogni volta è tornato, ogni volta ha stupito il mondo con i nuovi prodotti Apple. Jobs non ha problemi di soldi, non deve lavorare per arrivare a fine mese, non deve dimostrare più nulla perché i gradini più alti della scala del successo li ha raggiunti. Domanda: perché non pensa solo alla sua salute? Cosa lo spinge - fino a quando è possibile - a continuare a guidare l’azienda che ha creato? La risposta più scontata: quell’impegno stesso e il lancio di nuovi prodotti che lasciano un segno, sono essi stessi il modo per restare aggrappato alla vita. E’ lo stesso motivo, in fondo, per cui assistiamo a battaglie furibonde per il potere fra settantenni-ottantenni in politica o in economia. Ti domandi: ma perché lo fanno? In fondo, non potranno godersi il frutto di questa furibonde battaglie. Un modo per restare aggrappati alla vita. Un po’ come lo è, in fondo, a 75 anni suonati difendere ferocemente, sfidando il ridicolo, l’illusione della conquista femminile disinteressata, dell’ebbrezza della festa con le belle donne, dell’estasi degli eccessi. Ingiustificabile, deprimente e censurabile per tanti versi, perfino il bunga-bunga ha il soffio della tragedia umana, della paura della fine, con cui tutti noi prima o poi dovremo fare i conti.

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