mercoledì 5 gennaio 2011

addio 10, vediamo 11

copia e incolla da ilmessaggero.it

MAURO EVANGELISTI
Ciao a un anno scuro, ben sintetizzato dalla figuraccia wakawakiana della Nazionale ai Mondiali che ormai già ci sembrano preistoria. E’ stato un 2010 degli addii a molti grandi. Solo alcuni esempi:
abbiamo salutato l’ironia e il genio di chi aveva saputo interpretare il grande cinema italiano, Mario Monicelli; abbiamo visto andarsene, uno dopo l’altro come succede nelle grandi storie d’amore, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini: si sono portati via tanti ricordi di chi è cresciuto con la televisione in biancoenero e senza neppure un barlume di cosa sarebbe stato internet. Quella televisione in biancoenero aveva visto protagonista, anche tragico, un altro che se ne è andato nel 2010, Francesco Cossiga.

E come un gioco di specchi, la coda dell’anno sarà ricordata per quelle schegge che sembrano venute dal passato: una manifestazione violenta degli studenti con le auto in fiamme a piazza del Popolo e le cariche della polizia; le bombe finte e vere; il veleno che scorre copioso sulla scena politica anche sfidando il ridicolo; l’alta tensione nei posti di lavoro, dove si dividono i sindacati e dove si guarda con preoccupazione rinnovata al futuro.

Sempre più depressi, ci consoliamo ricurvi sui nostri smartphone o sugli iPad, ci rifugiamo nei territori fugaci di qualche folle ”app” (applicazione), del social network, delle chat. Il 2010 sarà ricordato con piacere solo per le gioie della vita privata (per i più fortunati), ma per il resto non è un anno memorabile. E a quasi 17 anni da quella sorridente promessa, ora se ne può prendere atto: no, il nuovo miracolo italiano non c’è stato. Sarà per un’altra volta.

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