giovedì 24 settembre 2009

dorian gray jpeg

MAURO EVANGELISTI
C’è Mike Bongiorno in tv: stanno andando in onda gli spot di una compagnia
telefonica che lo vedono protagonista. Non è cinismo, è la scelta dei
familiari perché in fondo stiamo parlando di un uomo che ha contribuito a
modellare televisione e televendite in Italia. La vita dopo la morte a
volte è uno spot, fra l’altro delizioso. La scomparsa di Bongiorno ci ha
rammentato una sorta di mutazione avvenuta, per il genere umano, negli
ultimi cento anni. Nasciamo e viviamo accompagnati dalle immagini che
scandiscono inesorabili il passare del tempo. Cresciamo e invecchiamo
insieme a personaggi - della tv, della sport, della politica - che
vediamo giovani, meno giovani, di mezza età, anziani: invecchiano di
giorno in giorno davanti a noi, con noi. L’essere umano di cent’anni fa si
accorgeva del tempo che passava guardandosi allo specchio od osservando i
volti di chi gli stava intorno, familiari, amici. Un mondo molto più
limitato. Poi sono arrivate le fotografie, il cinema, la televisione. E il
calendario l’abbiamo trasferito nei volti di Sandra Mondaini o Bill
Clinton, nei capelli diventati più bianchi di Roberto Baggio o in Fiorello
che si avvia a diventare uno splendido cinquantenne. Era già successo con
la morte di Alberto Sordi, si è manifestato di nuovo con la scomparsa di
Bongiorno: tanta emozione non è causata solo dall’affetto e
dall’ammirazione che si possono provare per un personaggio popolare. E’
innescata anche da altro: con la morte di Bongiorno abbiamo visto un altro
foglietto del calendario delle nostre vite staccarsi. I più giovani,
infine, sono inseguiti fin dalla culla da un altro fenomeno: l’immagine
digitale sta documentando, molto più di un tempo, la loro crescita. Un
bambino e poi un adolescente vengono fotografati o ripresi ormai ogni
giorno, ogni ora; vengono fermanti e documentati con scrupolo i loro
cambiamenti. Oggi le immagini sono uno, cento, mille scatti; uno, cento,
mille Dorian Gray che conservi sul cellulare, sulla chiavetta, sulla
memoria del pc, su Flickr o similari. Tutti sogniamo un Photoshop,
migliore della chirurgia estetica o di qualche crema antinvecchiamento,
che ci ritocchi nella vita reale. Non l’hanno ancora inventato.

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