sabato 21 settembre 2013

un milione di foto per caso fermano i migliori anni della nostra vita

copia e incolla da il messaggero
di Mauro Evangelisti
Tu non lo sai, ma un carpentiere del Nebraska in questo momento sta guardando la tua foto. Tu neppure lo immagini ma qualche minuto fa una ragazza finlandese ha visto un video in cui sullo sfondo spiccava il tuo capoccione. Sì, perché magari il tipo del Nebraska, quella volta che è venuto in vacanza a Roma, ha scattato una foto della moglie davanti a Fontana di Trevi e sullo sfondo stavi passando, trafelato, proprio tu. Sì, perché la tipa di Helsinki con l’iPhone ha voluto filmare un ricordo di piazza Navona proprio mentre tu stavi camminando da quelle parti. Nella società digitale, dei milioni di immagini fermati al secondo, con un telefonino o con una videocamera da 200 euro, ogni giorno siamo ripresi, fermati, memorizzati, anche senza saperlo, chissà quante volte. Settant’anni fa poteva succedere che al massimo a una persona fossero scattate cinque o sei foto in tutta la sua vita. Già negli anni Novanta quel numero si era moltiplicato per dieci, forse per cento. Poi sono arrivate le immagini digitali, la banalità e la facilità di una ripresa, e quella cifra si è moltiplicata per N volte. Ecco, prima o poi inventeranno un software o un’applicazione che metterà insieme tutte le foto o i video in cui siamo comparsi, anche a nostra insaputa, dallo scatto del telefonino di un turista alla camera di sorveglianza di una banca. Miliardi di attimi, che saranno ricomposti come un puzzle, con un lungo video che ricostruirà la storia della nostra vita. Pensate alla colonna sonora.
mauro.evangelisti@ilmessaggero.it
twitter: @mauroev

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