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di Mauro Evangelisti
Fateci caso, uno spettro si aggira per Roma da un po’ di tempo a questa parte. Omoni barbuti e coriacei che ti salutano, quando finisce la telefonata, con un «ciao, ciccio». Signori che conosci appena, che avrai incontrato uno o due volte, che al termine della chiamata ti lasciano dicendoti «ciao, un bacio». Quell’altro che telefona al collega e attacca: «Come va, passerotto?»
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